lunedì 25 febbraio 2013

E terrò conto del fatto che i miei appelli al voto non sono serviti a una minchia.
E allora faccio parlare altri, anche perché io non ho proprio più parole:



E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.

(Fabrizio De André, Canzone del maggio, 1973)

Elezione, brutta lezione

Io, che sono una persona ingenua e di buona fede, non riesco a capacitarmi del numero esorbitante di voti che è riuscito a prendere, ancora, Berlusconi e il centro-destra. Davvero, rimango sinceramente allibita. Nella mia innocenza pensavo che nell'Italia del 2013, dopo quello che ci è stato fatto sopportare, dopo le bugie, gli scandali, le dichiarazioni da folle, i processi, dopo TUTTO, il risultato del pdl non potesse essere neanche QUANTIFICABILE. E invece, con grande disgusto, mi trovo costretta a fare i conti con la realtà: a capire, ad esempio, che nella mia provincia dovrei togliere il saluto ai 2/3 delle persone che incontro per strada. A capire che un Paese che permette a un delinquente di candidarsi e che per giunta lo vota è un Paese che ha perso il senso della realtà, della dignità e della giustizia. Ma non "mi fa schifo l'Italia", come tanti in questi momenti dicono. No, io continuo ad amare il mio Paese. Però un po' di disgusto (un po' tanto) per l'elettore del Pdl non posso non provarlo.