lunedì 11 febbraio 2013

Dimesso un papa se ne fa un altro

Il papa si è dimesso, poffarbacco, il papa si è dimesso!
Così tutti ora finalmente possono sfruttare la loro conoscenza di Celestino V, "colui che per viltà fece il gran rifiuto", e dimostrare di aver seguito le lezioni di italiano alle superiori.
Ora aspetto con ansia il Conclave, la fumata bianca, tutte queste cerimonie solenni e misteriose, che fanno tantissimo "forze oscure in azione"!
Vorrei tanto che venisse eletto un papa nero. Oppure un papa comunista! O una papessa!
Il massimo sarebbe una papessa nera comunista.
Al di là di tutto, quello che sarà più difficile sopportare saranno le immancabili dimostrazioni di ipocrisia: il papa è stato criticato tantissimo in questi anni, quasi odiato in certi momenti. E ora tutti i giornalisti si affrettano a riciclare i coccodrilli, a eliminare i commenti sulla "morte che ha lasciato privi di una guida miliardi di fedeli" e a sostituirli con commossi riconoscimenti "del grande gesto di coraggio dettato dalle condizioni di salute e dall'età avanzata".
E comunque non deve essere facile essere papa. Come non deve essere facile, più in generale, essere nessuna di queste grandi personalità. Noi questo tendiamo a non considerarlo, tendiamo a dimenticarlo. Non ci poniamo troppe domande, giudichiamo in fretta, senza pensare. Condanniamo o beatifichiamo senza pensare alle ragioni e ai problemi che questi uomini devono affrontare.
Ma al di là di tutte le polemiche, di tutti i commenti necessari o superflui che siano, credo sia impossibile non essere presi da una certa emozione in queste situazioni. Anche se della Chiesa Cattolica non ce ne può fregar di meno, anche se non si è credenti, anche se abbiamo detestato questo papa per le sue uscite sugli omosessuali, sul demonio e sui preservativi.
L'emozione di rendersi conto di essere di fronte alla Storia, di essere NELLA Storia, di camminare a fianco di avvenimenti che un giorno saranno raccontati nei libri.